La previsione della crisi (Dottor Simone Brancozzi)

Ritengo opportuno fare un’importantissima distinzione terminologica. Anche se possono sembrare sinonimi, il termine previsione e il termine prevenzione hanno una diversa sfumatura semantica che ne modifica profondamente le implicazioni pratiche.

La previsione (dal latino prae, prima, e video, vedere) indica la determinazione di un fenomeno futuro, attraverso l’analisi delle sue cause, ovvero dei fattori che concorrono alla sua manifestazione. Ad esempio, poniamo il caso di una partita a scacchi. Dopo una quindicina di mosse, il giocatore A si ferma ad analizzare la situazione: valutando la disposizione reciproca dei suoi pezzi e di quelli del giocatore B, arriva alla previsione che con altre tre mosse decreterà lo scacco matto. In breve, l’analisi degli elementi schierati sul campo conduce il giocatore A a dedurre che vincerà necessariamente.

La prevenzione (dal latino prae, prima, e venio, giungere) indica quell’insieme di pratiche che sono volte ad evitare l’insorgenza delle cause, dei co-fattori o dei sintomi che precedono necessariamente un fenomeno sgradito.

Prevenire, quindi, significa arrivare prima degli eventi, che sono la causa necessaria di altri fenomeni (effetti), totalmente avversati. Riprendiamo lo stesso esempio, la partita di scacchi fra due giocatori, A e B. Sapendo che A è più forte, B è costretto a giocare con accortezza, facendo del tutto per evitare che si verifichino tutte le situazioni che potrebbero condurre A alla vittoria. B previene tutte le situazioni di rischio che potrebbero condurre A ad un glorioso finale di partita: lo scacco matto.

La prevenzione, dunque, è situata – in un certo senso – ancora più a monte della previsione ed è possibile solo se già la crisi presenta dei sintomi latenti, cioè quando la crisi comincia a mostrare i suoi primi segni. La prevenzione include tutte le azioni che hanno lo scopo di evitare che possano insorgere i sintomi.
Per fare un esempio: io non posso prevedere che avrò l’influenza, se godo di ottima salute! Solo se comincio ad avere mal di gola, tosse, raffreddore e un certo indolenzimento delle ossa, posso prevedere la malattia!

Prevedere la crisi è interesse primario dell’imprenditore e non solo: anche altri soggetti (fornitori, istituti di credito, finanziatori) sono interessati a conoscere lo stato di salute dell’azienda, per adottare adeguati strumenti di tutela del credito in caso di difficoltà.

La previsione è possibile nella fase di declino dell’impresa, cioè durante la prima fase del primo stadio, quando l’azienda comincia a mostrare segnali di difficoltà. Quando le perdite sono troppe, la previsione non ha senso: la crisi è conclamata e l’azienda sta scivolando nel secondo stadio: l’insolvenza.

La società partecipata, titolarizzata dall’amministrazione pubblica, è un’azienda a tutti gli effetti
TESTO UNICO SOCIETA partecipate: obbligo di legge su previsione, sarebbe meglio farlo su prevenzione. L’art 13-14-15 è Altman o Brancozzi, mentre sarebbe meglio il cruscotto. Non serve a dire al lupo al lupo ma sparargli.

Il revisore contabile contabile è obbligato a dotarsi di un sistema di controllo di previsione; mentre è meglio farlo sulla prevenzione (e quindi cruscotto).

Si possono distinguere tre tipologie di metodi di previsione:

1.i metodi fondati sull’intuizione: si basano sulla possibilità di riconoscere i fattori di crisi osservando dall’esterno l’andamento aziendale. Identificando tali fattori è possibile prevedere l’arrivo della crisi dai suoi sintomi;

2. i metodi fondati sugli indici: gli indici che indicano lo stato economico e finanziario dell’azienda vengono confrontati con la media degli indici di aziende sane del settore di riferimento;

3. i metodi fondati su modelli di previsione, come il modello Altman (detto anche Z score) e il modello Brancozzi.

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